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Filariosi cardiopolmonare


IL PARASSITA 
Dirofilaria immitis è l’agente eziologico della filariosi cardiopolmonare, un nematode (verme tondo) che si localizza nelle arterie polmonari e nelle loro diramazioni, del cane e altri canidi. I parassiti adulti (macrofilarie) hanno un corpo allungato e sottile di colore biancastro, simile a degli spaghetti. 
La zanzara è l’ospite intermedio e vettore della malattia. Nell’ospite definitivo (cane) le femmine adulte del nematode, dopo l’accoppiamento, rilasciano nel torrente ematico larve dette “microfilarie”. Durante il pasto di sangue su di un cane microfilariemico, la zanzara assume le microfilarie che raggiungono il terzo stadio larvale infestante (L3). Al successivo pasto di sangue, le L3 raggiungono, attraverso la lesione causata dalla zanzara, il derma e il tessuto sottocutaneo. Le larve attraverso i capillari linfoematici raggiungono l’arteria polmonare, diventano adulti ed il ciclo si ripete. Le filarie adulte possono sopravvivere nel cane fino a 5-6 anni. 
La filariosi cardiopolmonare è una malattia cosmopolita in espansione geografica sia in zone già endemiche sia in aree in passato indenni. 

Questa è la distribuzione geografica attuale di Dirofilaria immitis in Italia, paragonata alla diffusione negli anni passati.


Le regioni endemiche in Italia sono quelle che si affacciano sulla Pianura Padana (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna) e la Toscana. 

SINTOMI
I cani infestati possono essere completamente asintomatici per lunghi periodi.Il primo segno a comparire, e il più comune, è la tosse. A distanza di tempo si possono manifestare tachipnea, dispnea e sincope in corso di esercizio fisico o eccitazione, mentre la debolezza non è un segno caratteristico. Negli stadi avanzati e terminali, in cui insorge insufficienza cardiaca congestizia destra, si osservano perdita di peso, disoressia e ascite. Nella malattia cronica sono possibili episodi di tromboembolismo polmonare e la cosiddetta “sindrome della vena cava” (quadro clinico causato dalla presenza di parassiti nelle camere cardiache destre con riduzione della gittata cardiaca, emolisi intravascolare e conseguente emoglobinemia ed emoglobinuria). Possono essere uditi soffi cardiaci, per rigurgito sistolico tricuspidale a elevata velocità, indice di ipertensione polmonare grave e di stadio avanzato di malattia. In alcuni cani la filariosi cardiopolmonare può essere causa o concausa di malattia renale glomerulare con nefropatia proteino-disperdente a seguito della deposizione di immunocomplessi che si formano per la presenza di antigeni rilasciati dalle microfilarie circolanti. 
DIAGNOSI 
La diagnosi parassitologica delle infestazioni da D. immitis può essere ottenuta attraverso test ematici che rilevano la presenza delle microfilarie (tipizzate con test di Knott) o degli antigeni parassitari circolanti nel torrente ematico.
L’indagine ecocardiografica, associata alla radiologia toracica, è fondamentale per la diagnosi e per valutare gli aspetti prognostici ed è indispensabile prima di intraprendere qualsiasi terapia.

TERAPIA
Dopo adeguata valutazione del paziente, la terapia della filariosi cardiopolmonare può essere medica adulticida, basata sulla somministrazione di molecole antiparassitarie, o chirurgica (terapia di scelta nei pazienti con alta carica parassitaria e con sindrome della vena cava).
A fronte di una sintomatologia spesso grave e mortale e di un trattamento molto indaginoso e complesso, la prevenzione della filariosi cardiopolmonare è molto semplice, ed è una priorità sia nelle aree geografiche dove l’infestazione è endemica sia in quelle in cui si segnalano nuovi casi autoctoni. 
I prodotti disponibili in commercio e registrati per l’uso sono numerosi, somministrabili per via orale, topica o in formulazione iniettabile a lento rilascio e sono mirati a impedire l’evoluzione delle forme larvali trasmesse dalle zanzare al cane. Sono terapie ad elevata efficacia, tollerabilità, sicurezza e facilità di impiego. 
Secondo le più recenti linee guida internazionali a profilassi dovrebbe essere attuata per tutto l’anno solare e per tutta la vita dell’animale. Infatti, particolarmente nelle zone a clima temperato esistono micro-ambienti caldi, tipicamente nelle zone urbane, dove le zanzare possono continuare il proprio ciclo biologico anche durante i mesi invernali. Prima di iniziare la profilassi è necessario accertarsi il cane non sia già infestato da D. immitis

E NEL GATTO?
I quadri clinici della filariosi cardiopolmonare nel gatto sono molto diversi rispetto al cane e totalmente imprevedibili. La maggior parte dei gatti sembra ben tollerare l’infestazione per lunghi periodi di tempo fino alla morte naturale del parassita che può anche passare inosservata. Molti gatti guariscono spontaneamente mentre altri presentano repentinamente segni acuti drammatici, inclusa la morte improvvisa quando muoiono le macrofilarie.
I segni clinici più comuni sono tosse e dispnea, talvolta associati a vomito non correlato all’assunzione di cibo. Sporadicamente, il vomito cronico può essere l’unico segno clinico osservabile. Possono essere presenti anche tosse cronica, diarrea e perdita di peso. Nel gatto la terapia adulticida è sconsigliata in quanto associata a frequenti complicazioni e alta mortalità. La profilassi è consigliata nei gatti che vivono o viaggiano in aree endemiche e anche i soggetti che vivono solo in casa vanno considerati a rischio.



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