Il diabete mellito è una patologia che colpisce circa 280 mila i cani e gatti, su quasi 14 milioni di animali che vivono nelle nostre famiglie . Come nell’uomo, la prevenzione e un corretto stile di vita sono fondamentali.
Il nome “mellito” viene dal latino mellitus cioè “dolce come il miele”. Infatti, in caso di diabete, il glucosio, cioè lo zucchero disciolto nel sangue, ha un valore troppo alto. La glicemia, ossia la concentrazione di glucosio ematico, anche nei nostri animali oscilla intorno ai 100mg/dl e si mantiene costante nell’arco della giornata grazie alla secrezione di insulina (un ormone prodotto dal pancreas, che ha appunto lo scopo di regolare la glicemia e l’appetito). Nei pazienti diabetici la glicemia non è più mantenuta entro i range fisiologici.
CAUSE
Anche in veterinaria si distingue fra diabete di tipo 1 e tipo 2. Nel cane si riscontra per lo più di diabete cosiddetto di “tipo1”, caratterizzato dalla mancanza di produzione di insulina da parte del pancreas. Sono interessati cani di età estremamente variabile, tra 5 e 15 anni.
Nel gatto invece, come accade spesso anche nell’uomo e in particolare negli anziani, riscontriamo più di frequente diabete cosiddetto di “tipo 2”: l’insulina viene prodotta in quantità normale ma le cellule non riescono ad utilizzarla (condizione di “insulino-resistenza”). Sono interessati per lo più gatti adulti-anziani.
Oltre alla predisposizione individuale e di alcune razze i possibili fattori di rischio sono:
– l’obesità: è stato osservato come gatti obesi siano 4 volte più a rischio di sviluppare la malattia rispetto a gatti normopeso perché l’obesità è una condizione metabolica che porta ad insulino-resistenza.
– la vita sedentaria, che predispone all’obesità.
– l’assunzione di alcuni farmaci.
– possibili patologie concomitanti (solitamente altre patologie endocrine, cioè ormonali
oppure pancreatite)
SINTOMI
I sintomi più comuni che sono associati al diabete sono:
- sete intensa (polidipsia) e urinazione abbondante (poliuria)
- perdita di peso malgrado l’aumentato appetito
- sonnolenza
- pelo più rado e opaco
- assenza di auto pulizia nel gatto
- cataratta nel cane
DIAGNOSI
Il sospetto di diabete viene emesso a partire dai segni clinici e dalla visita clinica, ma deve essere confermato da esami ematologici, in particolare dalla misurazione della glicemia (il prelievo deve essere eseguito con il paziente a digiuno da 8 ore) e dalla concentrazione di fruttosamine (questo valore indica che la glicemia si è mantenuta alta nelle settimane precedenti ed una iperglicemia transitoria, come può avvenire ad esempio nei gatti sottoposti a stress).
Anche l’esame delle urine può essere utile per confermare il sospetto di diabete: in caso di aumento della glicemia sopra i 180mg/dl si comincia ad osservare glicosuria ossia presenza di glucosio nelle urine, che dovrebbero esserne esenti. (Rapido aneddoto: quando ancora negli anni a.c. non esistevano metodologie di misurazione della glicemia, l’urina dolce al sapore ed appiccicosa al tatto viene riportata come primo sintomo sospetto di persona affetta da diabete). Un paziente diabetico va sottoposto ad indagini approfondite al fine di identificare patologie concomitanti che potrebbero rendere difficoltosa la gestione della glicemia.
TERAPIA
La terapia si basa, sia nel cane che nel gatto, sulla somministrazione giornaliera di insulina e sull’alimentazione corretta. Nel caso dei cani l’insulina dovrà essere somministrata (a parte rare eccezioni) per tutta la vita dell’animale. Nel gatto esiste possibilità di remissione dalla malattia e sospensione della terapia.
L’insulina va generalmente somministrata ogni 12 ore per via sottocutanea, poco dopo il pasto. L’alimentazione dovrebbe essere specifica per pazienti diabetici (diete commerciali a basso indice glucidico per evitare picchi glicemici) ed è preferibile comunque dividere la dose di cibo giornaliera in due pasti uguali da somministrare ogni 12 ore, appena prima dell’iniezione di insulina.
È importante che cani e gatti obesi raggiungano un peso normale attraverso la dieta e un’adeguata attività fisica, così da ridurre l’insulino-resistenza e quindi la dose di insulina da somministrare.
È consigliabile sterilizzare le femmine appena stabilizzata la patologia, poiché gli ormoni prodotti durante l’estro rendono difficile il controllo della glicemia.
Nel cane complicanze comuni nel lungo periodo sono lo sviluppo di cataratta (opacizzazione del cristallino dell’occhio che colpisce circa l’80% dei cani con diabete mellito) e nel gatto lo sviluppo di neuropatie (circa il 10% dei pazienti). Altre complicanze possono essere lo sviluppo di pancreatiti e infezioni delle vie urinarie ricorrenti.
Soprattutto nel primo periodo, al fine di impostare la dose di insulina corretta per ogni paziente, saranno necessari alcuni controlli presso il ed alcuni controlli a casa!
In clinica verranno controllati i valori di glicemia (di solito come curve-glicemiche), di fruttosamine e glucosio nelle urine ma è altrettanto importante il ruolo del proprietario nel monitoraggio dei sintomi.
In genere serve qualche mese per ottenere un buon controllo della malattia … è importante quindi avere pazienza: in questa patologia le parole chiave sono costanza e routine.